Maestro delle nostre ore solitarie,
ovunque, tra culla e sepolcro,
incontro i tuoi fratelli silenziosi:
uomini liberi dai ceppi,
figli della terra che ti fu madre
e dello spazio.
Sono come gli uccelli del cielo
e come i gigli del campo.
Vivono la tua vita
e pensano i tuoi pensieri,
e fanno eco al tuo canto.
Ma hanno vuote le mani,
e non sono crocifissi
nella grande crocifissione.
Ed è questo, il loro dolore.
Li crocifigge ogni giorno il mondo,
li crocifigge in mille modi,
in mille piccoli modi.
Vengono crocifissi,
e nessuno assiste alla loro agonia.
Volgono il viso verso sinistra e verso destra,
e non trovano nessuno
che prometta l’ingresso in un regno.
Ma un’altra volta e un’altra ancora
si farebbero crocifiggere
perché il tuo Dio fosse il loro Dio,
e Padre loro il Padre tuo.
KAHLIL GIBRAN
Thanks!